Quando passerà la notte? Alle tante sentinelle di buona umanità, in questa immensa tragedia che sta colpendo il mondo, i percossi dalla notte, supplicano visioni. “Sentinella, quanto resta ancora della notte?”. Chiunque aspira ad un mondo migliore, chi sente la responsabilità di tenere dritto il timone, qualsiasi mestiere gli abbia affidato la vita, prova a non dormire sul dolore del mondo. “Quanto ancora?”. La domanda sgorga dal cuore di chi attende l’alba per affidare alla luce nuova il destino della propria storia. La notte è il tempo dell’oscurità, del dolore, della prigionia, il tempo da superare, da lasciarsi alle spalle. Un desiderio che costringe alla richiesta, intrisa di speranza, che presto la luce trionfi sulle tenebre. Una domanda che vede in scena due protagonisti: la sentinella del nuovo giorno e il popolo dell’attesa.
A vegliare è rimasto colui che non può addormentarsi, che non deve permettere al sonno di prendere il sopravvento sulla speranza del nuovo giorno. Non lo può fare per sé stesso, di più non lo può fare per chi ama, ancora di più per la verità in cui crede. E’ difficile rimanere svegli quando tutto intorno è immerso nel buio, ma è della sentinella, del suo mestiere, vincere la notte con la tenacia e il dovere della speranza. La sentinella sa che se dovesse far vincere il sonno, se le sue palpebre stanche chiudessero l’accesso alla luce futura, non solo perderebbe il sole nascente ma non potrebbe dare ragione della speranza, non saprebbe cosa rispondere a chi lo interroga sul prossimo futuro. E’ della sentinella di ieri e di oggi non lasciarsi atterrare dal potere delle tenebre, non svendere le ore della prossima luce per pochi spiccioli di un sonno rubato. A guardia della nuova frontiera che apre al futuro, convinta che presto l’alba vincerà la notte, la sentinella sa che l’attesa benché dura non è follia, sa che il suo compito è vegliare il popolo che, ancora immerso nelle tenebre, a lei chiede conforto.
La notte è esperienza del limite che vede l’uomo incapace di camminare senza inciampo, impedito nelle sue possibilità. La notte è esperienza di libertà insidiata, è fuga dalla propria autonomia. Altra cosa da quella notte che il poeta chiede come conforto, altra significazione dalla notte come quiete, come riposo dell’anima, come meritato rifugio dopo un faticoso cammino. Diversa da quella tenacia prigionia che dice rischio, preambolo di depressione, di pessimismo, di mancanza di profezia sul futuro dell’uomo. Solo la speranza spinge a lottare contro la rassegnazione, contro la voglia di fuggire dalla battaglia e da rovinose sconfitte. E la guerra non è persa se c’è ancora la sentinella a vegliare, se ancora qualcuno chiede quanto resta della notte. È una richiesta di senso sul futuro dell’uomo, è una richiesta che accelera il superamento delle tenebre perché, prima che arrivi l’alba del nuovo giorno, è già schiarito il cuore alla speranza. Sentinella, quanto resta ancora della notte?
Indubbiamente il tempo che stiamo vivendo è un tempo difficile, molti segnali sembrano, comunque vada, descrivere un uomo compromesso nelle sue prospettive. La stampa internazionale parla di un’Italia di dopo, come d’altronde il mondo intero, impoverita, di una nazione in declino, di un’economia malata, di una politica nostrana e internazionale incapace di far fronte con uno slancio visionario al pauroso disastro economico che seguirà alla notte presente. La speculazione dei mercati anche nell’ora presente sembra padroneggiare e i furbi trionfare sugli onesti.
Eppure proprio in questa notte devastante segni di speranza sono forti, evidenti: un senso globale di formidabile desiderio di armonia che un numero sempre più crescente di donne e uomini del pianeta avvertono come auspicabile, necessario, una diversa visione della comunità umana compassionevole che nasce dal dolore condiviso, dal vissuto di bene e di speranza che proviene da un sentimento di appartenenza e di rispetto per la vita. Sentinella, quanto resta ancora della notte? Resta tanto tempo quanto la speranza è capace di creare un’attesa positiva e smuovere i macigni del pessimismo. Sta a noi sentire la voce della sentinella che annuncia il chiarore dell’alba. Io sono convinto che la notte stia passando, perché, lo ribadisco, l’ora più buia della notte è sempre quella più vicina alla luce del giorno.
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