Pure io, sconosciuta frequentatrice del web, posso dare con sicurezza del bugiardo a Donald Trump. La stampa nazionale riporta che Hillary ha dichiarato: “Trump mi ha appena criticato per essermi preparata per questo dibattito…” Si è preparato pure lui per il dibattito tenuto a Hofstra il 26 settembre. Da un paio di settimane ricevo tantissime email per il Donald, fra l’altro quelle del figlio che ripetutamente proponeva articolati sondaggi di opinione sui temi del dibattito, le risposte dovevano servire per orientare la performance del candidato, cioè per prepararsi all’incontro.
Ben preparato, D. Trump ha attaccato il Presidente Obama e Hillary sull’economia e si è proposto come uomo di legge ed ordine, per abbassare le tasse e creare posti di lavoro, come fece Reagan. Oggi ricevo lettere circolari in cui si loda la performance di Donald Trump come una bella e chiara vittoria degli americani che vogliono l’America ancora grande, dopo la umiliante presidenza Obama. Ma, navigando sulla rete trovo anche opinioni decisamente contrarie, che definiscono gli interventi di Trump caotici e confusi.
Durante il dibattito deve avergli creato una po’ di disagio il fatto che la controparte fosse donna, e con un cervello straordinario. Preparatissima su tutto, dotata di eccezionali capacità di ragionamento, memoria di ferro e straordinarie abilità dialettiche, Hillary ha collegato gli argomenti volgendoli a proprio favore. Ha smontato il mito dell’imprenditore di successo ricordando le sue sei bancarotte, e gli ha rivolto domande sulle tasse, cattivissime. “Hai in odio le tasse perché non le paghi? Forse perché non sei così ricco? Forse perché non puoi dichiarare i tuoi affari? Forse perché non le hai mai pagate?” Da notare che lo ha attaccato anche sulla sua esplicita misoginia, e si è dichiarata contro la eccessiva diffusione delle armi, argomento sensibilissimo per gli americani.
Ed ora, lettere da ambo le parti chiedono al pubblico e ai votanti chi ha vinto il dibattito. Come donna penso ad Hillary. I sondaggi di opinione, come al solito poco attendibili, la danno poco sopra a Trump, o alla pari. Certamente si dovrà impegnare per trascinare le folle alle urne, e perciò dovrà riaccendere i sentimenti di tutti quelli che, bianchi o neri, votarono per la prima volta in vita loro spinti dall’entusiasmo per Barack Obama. Ed oggi dovrà portare alle urne quelli che percepiscono come un pericolo il Donald della legge e dell’ordine. Dovrà imparare anche lei a toccare le corde dei sentimenti più intimi e forti di tanta gente che ha bisogno di sperare in una vita migliore, in salari minimi più alti, in scuole e istruzione a costi non proibitivi, in assistenza sanitaria per tutti. Insomma deve riuscire anche lei a sussurrare con voce commossa qualcosa di simile al mitico “I feel your pain”, dell’illustre consorte.
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