L’Onu apre le porte al docu-film “Io Ricordo”, il racconto della storia dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e di molte altre vittime della mafia. “Io ricordo” è stato inserito nelle manifestazioni in programma il 17 giugno all’Onu in occasione del decennale della Convenzione di Palermo [3] e dei Protocolli aggiuntivi sulla lotta al crimine organizzato del 2000 che si tiene a New York.
Promosso dalla “Fondazione progetto legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia [4]” presieduta dal magistrato Gaetano Paci, il dvd “Io Ricordo” fa il suo ingresso al Palazzo di Vetro con tutto il suo carico di umanità, di dolore, di speranza.
Realizzato da Indiana Production [5], regia di Ruggero Gabbai, il video ricorda Falcone e Borsellino (uccisi nelle stragi di Capaci del 23 maggio del 1992 e di via D’Amelio del 19 luglio del 1992) ma anche le vittime di mafia meno conosciute come i poliziotti Giovanni Lizzio o Nino Agostino (assassinato con la moglie Ida a Villagrazia di Carini), l’agente penitenziario Giuseppe Montalto, il giudice Antonino Saetta ucciso col figlio Stefano, Peppino Impastato, e molti altri.
La riduzione in inglese del dvd, realizzato dalla Fondazione e voluta dall’Anm di Palermo [6] per sensibilizzare giovani e adulti ai temi della legalità e dell’antimafia, è stata realizzata grazie ai fondi del Ministero della Giustizia. L’idea di proporre il dvd per la cerimonia di New York che ricorda la Convenzione di Palermo del 2000 è di due magistrati: Italo Ormanni, capo del Dipartimento Affari di Giustizia, e Roberto Piscitello, vicecapo di gabinetto del Ministero della Giustizia.
“Io Ricordo”, il cui dvd è distribuito in Italia da Medusa Home Video [7], è stato visto in centinaia di classi in Italia e inizia ad essere proiettato anche all'estero grazie a un attivo passaparola (malgrado l'apprezzamento di tutti, in Italia non è stato possibile trovare un distributore del film nei cinema): la Fondazione lo ha messo a disposizione con un prezzo sociale.
«Io ricordo», ha tra i produttori Gabriele Muccino che lo sostiene perché «questo paese ha bisogno esempi». Nel docu-film l’attore Gianfranco Jannuzzo è il padre che racconta al proprio figlio Giovanni (il giovane attore Piero La Cara) perché per lui è stato scelto questo nome. Sul lungomare di Capaci, a due passi dall’autostrada dove Falcone è stato ucciso insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti di scorta, i poliziotti Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro, inizia così il racconto di una lunga sequenza di morti ma anche la speranza che, per usare una frase di Falcone, “cammina sulle gambe di altri uomini”.
I familiari delle vittime della mafia ricordano chi non c’è più perché «Mio marito Libero» racconta così Pïna Grassi, «fece le prime denunce contro il pizzo all'associazione industriali. Ma i colleghi gli dissero che lui voleva farsi solo pubblicità».
«A sedici anni» ricorda Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, «mia padre mi regalò un motorino. Ma dopo un mese mi costrinse a darlo a una famiglia vittima di mafia per aiutarla a guadagnarsi. da vivere».
Giovanni, fratello di Peppino Impastato, spiega il rapporto tra figlio e padre mafioso: «Papà disse a Peppino: "Fai pure il comunista, vattene in Russia, ma non parlare mai di mafia". Ma lui denunciò e mise in ridicolo i potenti della zona. E per questo fu ucciso».
*giornalista, componente del comitato di gestione della “Fondazione progetto legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia”.
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Links
[1] http://440468.6bgr9ubv.asia/files/io-ricordo-lidea-fondazione-progetto-legalita
[2] http://www.i-italy.org/node/14628
[3] http://www.fondazionefalcone.it
[4] http://www.progettolegalita.it
[5] http://www.indianaproduction.com
[6] http://www.associazionemagistrati.it/
[7] http://www.medusahe.it