Disprezzo della donna, come recitava nel Manifesto Futurista, Filippo Tommaso Marinetti nel 1909, oppure anelito verso la donna e il suo valore?
Il quesito forse è destinato a rimanere in bilico tra i due estremi per quanto concerne l’arte e la letteratura che hanno investito il movimento storico e culturale, nato durante i primi anni del 1900 e conclusosi ufficialmente al limitare della Seconda Guerra Mondiale con la morte dello stesso Marinetti.
Tuttavia, l’inaugurazione della mostra che si è tenuta venerdi 6 novembre presso la Casa Italiana Zerrilli-Merimò e puntualmente presentata dal Direttore e Professore Stefano Albertini, ha acceso una nuova luce in terra americana sul ruolo avuto da donne importanti del periodo futurista.
L’evento è stato possibile grazie al contributo del Comune di Roma e della Casa delle Letterature di Roma che ha pubblicato, per l’occasione, un catalogo bi-lingue dal titolo “Futuriste. Women in Art and Literature” disponibile ai visitatori della mostra.
La mostra è stata curata dal giovane studioso Giancarlo Carpi che ha anche presentato il suo libro “Futuriste. Letteratura. Arte. Vita” (Castelvecchi editore 2009).
Alla Casa Italiana, l’autore e curatore si è confrontato con altri studiosi americani e italo americani, quali Ara Merjan (New York University), Lisa Panzera (Direttrice della galleria McCaffrey of Fine Art -www.mccaffreyfineart.com) e Christine Poggi (University of Pennsylvania).
Il pubblico attento e partecipe alla discussione, subito dopo il dibattito, ha concentrato maggiormente le proprie domande sul collegamento e le eventuali distanze prese con il fascismo e sui compromessi che le donne futuriste hanno dovuto affrontare per poter esprimere la loro arte.
Infatti, se la prima fase del Futurismo fu caratterizzata da una ideologia guerrafondaia e fanatica ma spesso anche anarchica, la seconda stagione ebbe un effettivo legame con il regime fascista, nel senso che ne abbracciò l’ideologia utilizzandone il favore che poteva trarre dalla comunicazione governativa. Fiducia illimitata nel progresso, fine delle vecchie ideologie, dinamismo, velocità, industria e infine la guerra intesa come "igiene dei popoli". E non ultimo il concetto dell’inferiorità femminile.
Presente all’inaugurazione anche l’Assessore alle politiche Culturali e della Comunicazione delComune di Roma, Umberto Croppi, che ha voluto sottolineare l’importanza della celebrazione del Futurismo a New York, la città del movimento e della velocità.
L’Assessore ha spiegato al pubblico della Casa l’importanza di questa collaborazione tra Roma e New York. “A Roma si è voluto celebrare il centenario del Futurismo nell’arco di tre mesi (da febbraio a maggio 2009). L’avanguardia futurista – ha detto l’assessore – è spesso dimenticata perché accostata unicamente al periodo fascista. Ma il valido contributo di queste donne, di fatto libere di esprimersi, dà un nuovo significato e valore al periodo”
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Poco prima di illustrare nei dettagli la mostra, l'autore Giancarlo Carpi ha risposto ad alcune nostre domande.
Qual’è stata la spinta che ha portato mostra e libro da Roma a New York?
“Il movimento Futurista nato in Italia è certo conosciuto anche in America, ma non sotto tutti gli aspetti. Soprattutto il ruolo delle donne futuriste è poco noto e non solo negli Stati Uniti. Spero che questa mostra possa contribuire a superare questo gap.
Inoltre, il primo obiettivo del libro è stato quello di riunire in un lavoro omnicomprensivo, suddiviso in sette saggi accompagnati da brani e opere d’arte, le innovazioni che queste donne hanno apportato. È un lavoro antologico, quindi critico, che vuole essere un contributo alla ricerca e alla cultura.”
Qual è stato il ruolo delle donne futuriste all’interno del movimento?
“La femminilità in quel periodo ha rappresentato un sistema di immagini che si sono sedimentate gradualmente. Per questo i futuristi si sono confrontati a lungo, proprio perché inizialmente avevano negato quest’aspetto.
Per contrasto quest’avanguardia ha influenzato molta della loro arte. Růžena Zátková, Benedetta Cappa, Valentine de Saint-Point, Maria Ginanni, Giannina Censi, per citare solo alcune, sono state artiste che hanno portato innovazioni o sperimentazioni artistiche.”
Mi da un esempio dell’apporto che le donne futuriste sono riuscite a dare al movimento?
“Quel pattern del ‘cute’ del ‘grazioso’ e del ‘tenero’ è in questo senso stato importante. Ovvero il coraggio di affiancare elementi umani a oggetti inanimati di contro a una più diffusa teoria che non voleva vedere alcun riferimento al concetto della ‘cuteness’ all’interno del movimento futurista.”
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