Tutti promuovono i propri artisti - dice Renato Miracco, direttore dell'Istituto Italiano di Cultura [2] - lo fanno gli spagnoli, i tedeschi, gli ugandesi, non capisco perché non lo dobbiamo fare noi e questa è stata la spinta che ha fatto nascere l'Instant book. Una specie di censimento o se vogliamo di polaroid degli artisti italiani sotto i 45 anni che hanno scelto di vivere e di lavorare a New York, che hanno portato qua il loro immaginario e che da questa città traggono la fonte d'ispirazione principale."
Nella prefazione il direttore dice che già al momento in cui il libro è andato in stampa era superato visto il flusso continuo di persone che arriva ogni giorno, visto il numero di artisti che scelgono di produrre nella grande mela e con questi si scusa ma era necessario porre una prima pietra, fare in modo che il cono d'ombra entro il quale si muovono i giovani artisti italiani a New York si assottigla, mettendo in luce la creatività di una nuova generazione artistica che ha nel proprio dna il cosmopolitismo.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Charta [3] e presentato prima alla biennale di Venezia ed ora a New York in una grande mostra collettiva che ospita le opere dei protagonisti di questo instant book.
Si va dalle video installazioni di Massimo Kauffman, ai "Sospiri" in maglia di Angelica Bergamini, alle sculture di giocatoli di Paolo Bertocchi, dai dipinti di Antonio Musco alla scultura di Claudia Cannizzaro.
Ma questa massa di artisti non la si può incasellare in un unico media.
Leggendo le loro biografie, parlando con loro, si scoopre che la linea di confine sul media utilizzato è mutevole, Vanessa Chimera, che solitamente si esprime attraverso grandi installazioni pubbliche, sta preparando ora un'opera composta dai suoni medici come quello della risonanza magnetica o il trapano del dentista ma alla mostra era presente con dei dipinti. Maia Marinelli ha esposto qua una serie di ricami che illustrano la topografia di guerra vissuta da un amico serbo. L’uso del video è presente nel percorso artistico di quasi tutti così come la sperimentazione fotografica.
L'utilizzo della tecnologia si mischia all'utilizzo di materiali che non sono tradizionalmente strumento artistico nobile come appunto la maglia, la tela da ricamo, la carta di riciclo, i giocattoli in plastica.
Un segnale, si diceva, quello che Renato Miracco ha voluto dare all’interno ed all’esterno della comunità artistica italiana di questa città, ma anche un segnale di continuità che si esprime nella scelta editoriale, quella, cioè dei Quaderni dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, edizioni condivise con Charta dopo i precedenti due Quaderni dedicati rispettivamente a Melotti ed a Morandi e pubblicati l’anno scorso.
Adesso la prima pietra è stata posta, si attendono sviluppi.
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Links
[1] http://440468.6bgr9ubv.asia/files/miracco1257281512jpg
[2] http://www.iicnewyork.esteri.it/IIC_Newyork
[3] http://www.chartaartbooks.it/