“I due Istituti collaborano da anni per ospitare artisti, come ad esempio è stato fatto per Morandi o Fontana, proprio per offrire al pubblico modalità diverse di uno stesso autore e cercando di portare negli Stati Uniti il senso complessivo delle loro opere, in modo da farne intuire tutto l’alto valore.” Introduce e motiva cosi il direttore dell’istituto Renato Miracco la duplice presenza di Burri presso i due importanti centri di cultura italiana newyorkesi.
“Vi è anche una scelta strategica per quanto riguarda l’aspetto logistico: i due istituti infatti sono ubicati in due parti opposte della città di New York, Uptown and Downtown, e questo ricalca un pò le strategie delle grandi gallerie che sono presenti in città" – e continua ancora Miracco - " Rispetto alla serie esposta alla Casa Italiana, quella dell’Istituto di Cultura si differenzia per l’allure meno aggressiva con il ricorso al lato più poetico dell’artista."
Inoltre pur ospitando la serie meno nota dell’artista, quale è quella grafica, il pubblico è stimolato dall’avere a disposizione due modalità nuove e al tempo stesso diverse nei due angoli della città.
Il mio augurio, e credo anche quello di Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana Zerrilli-Marimò, è quello di poter far vedere nelle nostre sedi in futuro la serie di Burri riferita agli anni ’50 del Novecento: ci proviamo!”
I Multipli, raccolti in un’unica stanza al secondo piano dell’istituto, si caratterizzano per la presenza costante della materia. Tutti, pur con uno stile analogo, sono opere singole tout court, perché realizzate in luoghi tutti diversi tra loro. Un assemblaggio di forme ricavate su cartoni dai vari colori tra i più amati dal pittore.
L’inaugurazione si è svolta in un clima allegro e ilare, ospiti speciali il Console italiano Francesco Maria Talò, la Baronessa Zerrilli-Marimò, fondatrice della Casa Italiana della NYU e Stefano Albertini, direttore della Casa Italiana. Entrambi non sono voluti mancare anche in questo evento speculare.
Presente anche a questa nuova apertura, in veste di rappresentante della Fondazione Burri, Antonio Sapone che ha testimoniato l’aspetto piu umano dell’artista. Una vita al riparo dal clamore, dalla folla, nel rifugio a lui più caro dove sebbene lontano dai centri culturali e artistici più importanti quali Roma, Venezia o Milano, riusciva ad esprimersi e a trovare l’ispirazione.
Come Burri stesso ha affermato riguardo alla sua concezione dell’arte: la forma e lo spazio delle materie rappresentano la vera bellezza così come lui la intendeva. Un omaggio alla vita, in un certo senso, contenitrice di tutte le forme.
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