La vita del grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini raccontata, il 15 gennaio, dal suo biografo Harvey Sachs durante un seminario al CUNY di New York.
In occasione dell’ottava stagione dedicata alla vita degli artisti esiliati, la “
Ensemble for the Romantic Century [2] ” ha presentato il 15 gennaio al CUNY Graduate Center di New York un seminario sul direttore d'orchestra
Arturo Toscanini [3] dal titolo: "To Dare to Say No".
Le tappe piú importanti della vita del direttore sono state rievocate attraverso le parole del suo biografo Harvey Sachs. Presente all'incontro anche James Melo, Senior Editor al RILM International Center.
L'artista, nato a Parma nel 1867, è stato ricordato come un personaggio di fama internazionale sia a livello artistico che a livello personale per il suo impegno nelle vicende politiche del suo tempo.
All’etá di 11 anni vinse una borsa di studio al conservatorio di Parma che lo iniziò allo studio del violoncello e della composizione. A soli diciannove anni si diplomò con lode e a trentadue divenne direttore del teatro "La Scala" di Milano.
Durante un concerto in memoria di Giuseppe Martucci nel 1931, tenutosi al teatro comunale di Bologna, si rifiutò di eseguire "Giovinezza", Inno del Partito Nazionale Fascista. Questo rifiuto gli costò un'aggressione da parte di un militante. L’evento fu alla base della sua decisione di emigrare negli Stati Uniti e diede vita ad un sentito atteggiamento di avversione verso il Fascismo italiano e il Nazismo tedesco.
Dal 1909 al 1915 fu direttore d’orchestra del Metropolitan Opera Company a New York.
Nel 1937 formò e diresse la NBC Symphony Orchestra che lo rese celebre su radio e televisioni nazionali.
Inoltre entrò a far parte della "Mazzini Society", un'associazione politica fondata da Salvemini, storico antifascista italiano. Durante la seconda guerra mondiale eseguì molti concerti di beneficienza raccogliendo fondi per le forze armate statunitensi e si impegnò per la nascita di un nuovo governo democratico in Italia. Con il finire della guerra ritornò nel tanto amato paese, dove il pubblico lo attendeva già dal giorno della deposizione di Mussolini, esponendo presso "La Scala" cartelli che riportavano la scritta: "Ritorna Toscanini".
L’addio alla carriera musicale avvenne all’etá di 87 anni, con un concerto interamente dedicato a Richard Wagner.
Durante il seminario, Melo ha parlato dell'importanza della rappresentazione artistica che trae ispirazione dal vissuto personale in maniera indipendente dalle esperienze politiche contingenti.
Harvey Sachs [4], autore della biografia "Toscanin" del 1995, ha mostrato l’impatto dell’antifascismo nella vita di Toscanini rendendo al pubblico l’immagine di un personaggio che ha avuto il coraggio di osare di dire no alle voci totalitarie del suo tempo.
Toscanini viene descritto come un direttore d'orchestra geniale, molto amato dal pubblico e dagli esperti per la sua capacità di reinterpretare e trovare nuove soluzioni alle numerose opere eseguite. Inoltre a lui si deve la rivisitazione del ruolo dell'orchestra all'interno del teatro con l'introduzione della "fossa".
In chiusura del seminario Sachs ha mostrato al pubblico "La forza del destino", un video sull'opera di Verdi eseguita gratuitamente da Toscanini per promuovere gli ideali di democrazia e di libertà durante lo sforzo bellico.
La sua genialitá, il perfezionismo, la rigiditá, la ricerca del dettaglio e la sonorità orchestrale sono solo alcuni elementi per descrivere una grande personalitá, che al rigore nell’attivitá musicale ha legato un analogo atteggiamento di intransigenza sul fronte politico.
Gli incontri tematici sul maestro proposti dall'Ensemble continueranno con il concerto del 21 Gennaio presso la Italian Academy della Columbia University. Inoltre i prossimi seminari del ciclo "Artisti in esilio" promossi dall'Ensemble for the Romantic Century riguarderanno il compositore Chopin ed il poeta Heine.
Con la collaborazione di: Simona Florio, Francesca Di Folco e Daniele Ministeri