Video Arte - Federico Solmi. Rivincita con il Guggenheim
Cosa accade ad un’artista quando la sua creatività rischia di essere messa a tacere? Come si deve sentire, cosa finisce per pensare, dove sfugge l’ispirazione? Questo è ciò che mi sono chiesto incontrando Federico Solmi, artista italiano di fama mondiale, accusato di blasfemia in merito ad un crocifisso in legno riproponente un papa immaginario colto da erezione.
Eppure l’America l’ha premiato.
Federico ha avuto l’onore di vedersi assegnato nel 2009 il prestigioso premio Guggenheim nell’ambito della videoarte. Molti di coloro che hanno ricevuto questo fellowship si sono poi aggiudicati premi Nobel nel campo della letteratura, dell’economia e della scienza.
Istituito nel 1925 dal Senatore degli Stati Uniti Simon Guggenheim in memoria del figlio John Simon scomparso il 26 Aprile 1922, il premio tenta di favorire lo sviluppo culturale in senso ampio, cercando di incoraggiare e promuovere la crescita di studiosi e artisti assistendoli finanziariamente nei loro percorsi di ricerca senza distinzioni di razza, colore o credo religioso.
“È emozionante per me vincere un premio del genere e trovarmi vicino a nomi importantissimi della cultura, della medicina, della scienza. Questo vuol dire essere diventato parte dell’establishment americano.”
Federico è un autodidatta e la sua vittoria deve far riflettere.
Perché non è necessariamente dovuta la laurea o qualche altro diploma che attesti la capacità artistica, perché l’America dà la possibilità a tutti di inseguire il proprio sogno, perché quando non lo senti dire in giro ma ti capita di persona allora capisci che è vero.
“Per partecipare al premio avevo mandato un anno fa proprio lo stesso ciclo di opere legate al video ‘The Evil Empire’ che a Bologna è stato sequestrato. Dopo quell’accaduto, da gennaio a marzo di quest’anno, sono stati mesi durissimi, ma alla fine è successo quello che io chiamo un miracolo. Artisti e critici importantissimi mi hanno premiato.”
Ma di cosa si occupa esattamente Federico Solmi? La produzione è composta principalmente da disegni 2D su carta, utilizzando il tratto della matita, trasformati in seguito in videoanimazione. La sua capacità espressiva è anche in grado di manifestarsi attraverso altri media quali sculture meccaniche e dipinti, offrendo sempre una visione soggettiva della società contemporanea.
Opere irriverenti, surrealiste, stravaganti e ironiche. Sono le opere di Federico Solmi, sono la sua personalità, la sua profondità di sguardo. Prendono di mira la malvagità e i vizi che affliggono la società moderna e ne ridono senza un particolare moralismo punitivo di fondo.
Veicolando la cultura pop attraverso la ripresentazione dei suoi artefatti, dell’industria dell’intrattenimento, del mondo dei videogame e di internet, propone l’esaltazione del presente, di un presente basato su valori effimeri, in continuo pericolo di sbriciolamento o, come dicono negli Stati Uniti, falling apart, l’andare a pezzi, il disintegrarsi.
Colpisce il Sistema facendo luce sulle sue ombre. Un Sistema che approva senza domandare, che si basa sulle fragili fondamenta della cultura contemporanea o di una contemporaneità orfana di cultura.
Le contraddizioni della nostra società sono gli spunti per partorire un progetto creativo i cui protagonisti figurano come piccole marionette catapultate in mondi che già li vedono sconfitti in partenza. Sono eroi vinti malgrado la posizione gerarchica e, se vogliamo, dittatoriale che ricoprono, strangolati, forse, dal loro stesso potere.
Nell’opera “The Evil Empire” (“L’Impero del Male”) l’artista bolognese, newyorkese d’adozione, 35 anni e da dieci nella Grande Mela, prende di mira la figura del pontefice, seppur di un pontefice astratto, e con esso la storia tutta della Chiesa.
Il video della durata di quattro minuti, composto da oltre 1000 disegni su carta, che già l’anno scorso fece scandalo a Madrid quando venne mostrato in una pubblica piazza, ha ancora una volta suscitato un vespaio di polemiche a livello internazionale. Se questo lo si poteva in fondo prevedere, ciò che non ci si aspettava era la condanna massmediatica prima ancora della sentenza del processo in corso.
L’opera nasce dall’esigenza di voler rappresentare in maniera esplicita la degenerazione della società odierna prendendo di mira la malvagità e i vizi che affliggono l’uomo moderno.
Il video, ambientato in un futuristico anno 2046, non è altro che una parodia al contradditorio contesto storico che stiamo attraversando, con i suoi protagonisti inghiottiti da tentazioni terrene e valori effimeri, dove non esiste più una morale, sostituita dai nostri leaders, consumati dalla fama di potere e dal narcisismo di tipo hollywoodiano.
Quelle immagini animate e “vietate ai minori” compongono il video già acquistato da dieci collezionisti di tutto il mondo, a 15mila dollari al pezzo, tra cui Marlene Nathan Meyerson, tra le sostenitrici del Metropolitan Museum, e i collezionisti milanesi Paolo Curti e Annamaria Gambuzzi che da tempo seguono e sostengono il lavoro di Solmi. Il crocifisso invece è in vendita a circa 5mila euro.
I suoi personaggi si muovono in questo scenario anti-utopistico, dove menzogna, pornografia, religione, violenza, sesso e bagni di sangue convivono in perfetta armonia.
La pornografia rappresenta per Solmi la metafora di un mondo maschilista, primitivo, brutale, adoperata per descrivere la decadenza del mondo occidentale.
“Non voglio puntare il dito contro un’industria, quella pornografica, che per primo ho finanziato, sponsorizzato e consumato, e dalla quale ho tratto tanti benefici, anche economici. Il mio primo video ‘Rocco Never Dies’ è basato sulla vita di Rocco Siffredi, il quale ho avuto modo di incontrare e conoscere.”
L’artista bolognese, conosciuto dal pubblico per le sue contraddittorie videoanimazioni nelle quali offre una visione personale ed ironica della degenerazione della società contemporanea, ha accettato di incontrare i-italy e rispondere alle domande che gli abbiamo posto.
“Mi sembra normale fare satira su un potere millenario come quello della Chiesa — spiega — e ci tengo a dire che non c’è nessun riferimento al papa attuale perché non ho alcun interesse a farlo. Il crocifisso ligneo con figura nuda fornita di copricapo papale - afferma l'autore - è un autoritratto, un papa assolutamente di fiction che uso per parlare del potere e della gente che lo utilizza per devastare le vite altrui. L’ho messo fra altri cattivi che invece hanno un volto ben preciso: Stalin, Hitler e Napoleone.”
Secondo Federico il crocifisso che ha scatenato le polemiche e la denuncia del tribunale di Bologna per blasfemia, se fosse mostrato a New York, “passerebbe inosservato.”
Ricordiamo che quando una famosa galleria d'arte newyorkese ha esposto "The Evil Empire" nessuno ha pensato di condannare l'opera.
Mostre personali con il video in questione, realizzato disegnando su una preparazione in 3D del collega neozelandese Russell Lowe, si sono già tenute a Parigi, a Barcellona e a Bergen.
Le polemiche accompagnano però il cammino mondiale di questo giovane artista, e l’Italia, la sua Italia, la nostra Italia, si rende cieca di fronte ad un autore capace di mettersi in gioco con la forza e la responsabilità delle proprie idee.
Non è provocazione fine a sé stessa, pratica comune fra molti suoi colleghi, è manifestazione del dissenso, senso critico divenuto forma creativa, opera d’arte, comunicazione e, perché no,
controinformazione.
Ma come è riuscito Solmi da autodidatta nato in una piccola città italiana, Bologna, a diventare un nome conosciuto da moltissimi a New York?
Nel settembre del 1999 Federico lascia l’Italia per trasferirsi nella Grande Mela. Non è facile, non ha molti contatti ma ha la determinazione dei grandi.
Già a partire dal 2002 diviene uno degli artisti più coinvolti nello sviluppo di Williamsburg e D.U.M.B.O., dove, qualche anno più tardi, inaugurerà la prima mostra personale. Da quel momento non hai mai smesso di crescere a livello professionale divenendo l'autore che oggi New York stessa riconosce per serietà e maturità artistica.
Il suo vero core business, passatemi l’utilizzo di un tale termine, è il 2D. Perché dico core business? Perché Solmi riesce a ricoprire più ruoli, non si limita a “fare l’artista”, è imprenditore di sé stesso. Questo significa rischiare sulla propria pelle, saper spendere la propria professionalità, ottenere il consenso e la fiducia dei finanziatori, la stima dei colleghi e il plauso dei collezionisti.
Federico Solmi è rappresentato da ADN Galeria - Barcelona, LMAK Projects - New York, and Pascal Vanhoecke - Paris.
Il premio della Guggenheim Foundation, consistente nella somma di 38mila euro, gli consentirà di finanziare il suo prossimo progetto, il video “Chinese Democracy and the Last Day on Earth”, una satira sulla storia “della stupidità dell’essere umano.”
“Dalla preistoria ai giorni nostri”, con un finale epico, in stile Solmi, ovvero “una guerra spaziale tra le due super potenze, America e Cina.”
Non ci resta che aspettare e sperare che l’Italia apra gli occhi, finendo di perdere inesorabilmente terreno sugli altri Paesi. In particolar modo nel campo dell’arte crediamo debba e possa essere l’ombelico del mondo.
In fondo se Federico, e tantissimi altri come lui, è venuto a New York e non è rimasto a Bologna, piuttosto che a Milano, Venezia, Roma o Napoli, un motivo c’è.
Si abbia il buon gusto e l’onestà intellettuale di riconoscere i limiti del nostro Paese e di chi lo governa.
“New York rimane tuttora la città più importante per l’arte nel mondo. Nonostante la grande crisi economica, rappresenta il barometro del mercato dell’arte mondiale ed il luogo dov’è concentrato il maggior numero di gallerie e musei al mondo.”
¬ "The Evil Empire" - trailer 2009
La prossima mostra personale a New York sarà organizzata per il gennaio 2010, presso la Galleria LMAK Projects, nel nuovo quartiere delle gallerie di Loisaida, il Lower East Side.
Nel New Mexico, precisamente a Santa Fe, parteciperà il 19 e il 20 gennaio 2010 presso la struttura privata no profit SITE Santa Fe, organizzazione d’arte contemporanea impegnata nella crescita e arricchimento culturale della vita di Santa Fe e non solo.
- Federico Solmi
http://www.federicosolmi.com/
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