Franco Nero a New York. Cinema e solidarietà

Simona Zecchi (October 29, 2009)
L’attore Franco Nero presenta all’Istituto Italiano di Cultura di New York il film “Mario il Mago” ed un documentario sull’Abruzzo. Con lui la compagna ed attrice, Vanessa Redgrave

 Colpisce subito l’atteggiamento modesto di Franco Nero, pseudonimo di Franco Speranero, nonostante la fama che lo accompagna.

Classe 1941, Franco Nero ha vinto fra l’altro nel 1968 il Premio David di Donatello come migliore attore protagonista ne “Il Giorno della Civetta” ma è molto noto anche per altri film importanti, alcuni di questi diventati cult, come “Django” di Sergio Corbucci del cosiddetto filone “Spaghetti western”.

Lo scorso martedì all’’Istituto di Cultura italiano di New York Franco Nero, introdotto dal Direttore Renato Miracco, ha presentato il film “Mario il Mago”, uscito in Italia nel 2008 e ambientato in un piccolo villaggio ungherese dopo la caduta del muro di Berlino.

Il lungometraggio racconta un momento storico particolare. Quello vissuto nei Paesi dell’Est quasi inebriati dall’arrivo del capitalismo. 

In questi posti anche molti italiani aprivano imprese a basso costo sfruttando la manodopera locale. Tra questi il protagonista di “Mario il Mago”, un uomo affascinante che ammalia tutti con le sue promesse di libertà.

In realtà, quella che si racconta nel film è una storia al femminile che prende spunto da un fatto realmente accaduto, come ci ha confermato lo stesso Nero.

Le donne del villaggio vedono in Mario, ma prima di lui nell’altro imprenditore Gerardo, la possibilità di un lavoro al di là degli obblighi domestici e uno stimolo all’emancipazione.

Nonostante i toni da commedia, il pubblico assiste al dramma di una donna, Veronica, nominata responsabile di un reparto. Anche lei ammaliata da Mario, fino al tragico epilogo.

Subito dopo il film un momento importante che ha visto l’attore presentare un documentario girato in Abruzzo nei luoghi del recente terremoto, come preludio a un nuovo film prossimamente in uscita in Italia, “Angelus Hiroshimae”, girato prima del terribile evento naturale negli stessi luoghi.

Il corto, accompagnato dalle musiche di Ennio Morricone e sostenuto dalla Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, ha mostrato i luoghi simbolo del sisma del 6 aprile, come ad esempio i vicoli del centro storico, la basilica di Santa Maria di Collemaggio, Piazza Duomo e il Teatro Comunale.

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Al termine abbiamo scambiato alcune battute con Franco Nero. Ci ha parlato del suo lavoro, dei prossimi progetti e dei motivi per cui si trova a New York.

Perché presentare “Mario il Mago” qui a New York?

“Mario il Mago è soprattutto una storia di donne in un luogo in cui la modernità e la faccia più buia della democrazia, il capitalismo, ancora non sono arrivati.   Gli abitanti del villaggio si illudono e più di tutti le donne, che sentono il doppio stimolo dell’emancipazione e di una maggiore femminilità con l’acquisto di abiti e trucchi. È una storia che ha un significato importante anche qui, fa riflettere”

Il documentario sull’Abruzzo anticipa, come ci ha accennato durante la presentazione, l’uscita imminente di un film girato in Abruzzo. Ci può dire qualcosa di più?

“Angelus Hiroshimae, dal punto di vista cinematografico rappresenta per me una sfida, con l’assenza di dialoghi, rumori suoni e musica. Il film che vedrete è in realtà un grande sogno di un uomo che perde il figlio in un incidente stradale.

Il ragazzo giapponese, l’attore Kyojiro Ikeda, è l’angelo alato presente in tutto il film che rimanda alla passione per il Giappone del figlio perso. È un film dai risvolti psicologici complessi che passa al setaccio il dolore di un uomo per la perdita di un figlio e le azioni che questi potrebbe commettere anche in nome della perdita che ha subìto. Il film uscirà a breve in Italia e il documentario che avete visto, girato dallo stesso regista del film, Giancarlo Planta, probabilmente lo accompagnerà, anche se ancora modi e tempi non sono stati stabiliti.”

Lei si trova a New York in compagnia di sua moglie, l’attrice Vanessa Redgrave: avete dei progetti lavorativi in comune che vi hanno portato qui?

“Si infatti sono a New York anche per un’altra ragione: mia moglie, l’attrice Vanessa Redgrave, si è esibita  il 27 ottobre alla St. John’s Cathedral di New York.

Uno spettacolo di beneficenza, “The Year of Magical Thinking”, scritto da Joan Didion e diretto da David Hare, per i bambini di Gaza e del Sud d’Israele dopo il recente conflitto. I ricavi saranno gestiti dall’UNICEF e dalla United Nations Relief and Works Agency (UNRWA). Uno spettacolo importantissimo per assistere questi innocenti con l’unica colpa di essere nati in territori nemici tra loro”.

“Insieme alla Redgrave, poi,  ho da poco girato un altro film che uscirà nel 2010 e sarà ambientato a Verona e in Toscana, “Lettere a Giulietta”, con Amanda Seyfried, Vanessa Redgrave, Gael Garcia Bernal. La pellicola è basata sul romanzo Lettere a Giulietta, scritto a quattro mani da Lise e Ceil Friedman, ispirato alle lettere indirizzate a Giulietta Capuleti, che ogni anno arrivano da parte degli innamorati di tutto il mondo.”

L’attore ha sempre progetti collegati agli Stati Uniti come l’ultimo copione dal titolo “The Secret Lies Within”, quasi una rivelazione durante l’intervista. Ma l’emozione più grande sotto il profilo artistico l’ha sicuramente provata quando nel 2000 è stato diretto dal figlio Carlo Gabriel Nero, ne “L’Escluso”.

Cosa significa essere diretti dal proprio figlio; che tipo di esperienza avete condiviso?

“Noi attori siamo come degli avvoltoi:  se un regista non sa quello che vuole prendiamo subito il sopravvento; mio figlio appartiene all’altra schiera ed è stato perfetto e bellissimo insieme essere stato diretto da lui”.

Tanto cinema e impegno sociale per la coppia Nero-Redgrave suggellata da una importante dichiarazione professionale e umana che l'attore fa nei confronti del proprio figlio.

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