Articles by: Francesco Bertolino

  • Fatti e Storie

    Palermo. Al centro la persona umana

    Si è appena concluso il 2018, che ha visto la città di Palermo designata del titolo di Capitale della Cultura italiana. Se si è arrivati a tale risultato, non lo si deve ad un semplice elenco dei monumenti, dei musei o di un folto calendario di attività culturali.  Questa candidatura, e la successiva vittoria, nasce dal 2012 quando alla guida della città ritorna Leoluca Orlando, che insieme alla squadra di assessori e ad una forte maggioranza on consiglio, intraprende un percorso che mette al centro la persona umana e il tema della mobilità.

    La precedente consiliatura infatti si è caratterizzata proprio dal rispetto dell'altro e dalla definizione di mobilità come diritto inalienabile dell'uomo: nessuno decide dove nascere ma tutti hanno il diritto di decidere dove morire. La stessa città porta i segni di tante culture, dominazioni e fedi diverse che nei secoli si sono susseguiti non senza conflitti, non senza ferite; lo straordinario patrimonio oggi presente in città ci racconta come l'altro, il diverso può rappresentare qualcosa di straordinariamente bello.  Dunque e' lo stesso patrimonio ad indicarci come il diverso è una risorsa. Palermo diventa capitale della cultura proprio presentando questa visione, questa idea di città: l'altro come risorsa, e il rispetto dei diritti di tutti.

    Per questo percorso che oggi è naturale e coerente che il sindaco non può che far emergere come questo scellerato decreto racchiuda all'interno delle norme che ledono i diritti di cittadini palermitani. Più volte Orlando ama dire che Palermo non ha immigrati, chiunque arriva a Palermo è palermitano; e da sindaco di tutti i palermitani, ha fatto bene a sospendere temporaneamente eventuali procedimenti, in attesa di maggiori chiarimenti di costituzionalità.

    Per queste ragioni la vittoria di Palermo a capitale della cultura, rappresenta oggi all'Italia e al mondo intero un'idea, una visione di una comunità dove al centro si mette la persona umana contro muri ed individualismi. Convinti come siamo, che le parole del Presidente Mattarella ha chiaramente detto: la vera sicurezza viene garantita da una corretta convivenza.

     

     

    *Francesco Bertolino è consigliere comunale di Palermo

  • Rita Borsellino
    Opinioni

    Rita Borsellino, parlava al cuore della gente

    Ci ha lasciati Rita Borsellino.
    Una donna che, dopo la strage di via D'Amelio, è riuscita a trasformare il proprio dolore in impegno civile.

    È riuscita a parlare al cuore della gente, senza differenze di età o di stati sociali. Quando tutto sembrava finito, lei ha iniziato un lungo cammino, che si è subito trasformato in una lunga "carovana antimafia" che ha attraversato il Paese, con incontri in piazze e scuole. Impegnandosi a promuovere il valore della legalità, invitava tutti ad una mobilitazione, ad una intransigenza morale e operativa "senza se e senza ma", di fronte alla sopraffazione mafiosa, alla negazione dei diritti della persona umana, in difesa della libertà di ciascuno.

    Rita è entrata nel cuore di chiunque l'ascoltava. Non si poteva non rimanere colpiti dai suoi interventi. Iniziava quasi intimidita dal prendere la parola, per poi lasciarsi andare ad analisi di rara lucidità e franchezza.

    Presidente dell'Associazione Libera, poi impegnata in politica, prima come candidata alla presidenza della Regione contro Totò Cuffaro (che vinse quelle elezioni per poi dimettersi dopo una condanna per Mafia), poi eletta come Europarlamentare, una competizione nella quale ottenne un record di preferenze .

    Negli ultimi anni ha creato e fondato il "Centro Studi Paolo Borsellino", che si propone come l'archivio di questi anni d'impegno, ma anche e soprattutto uno strumento per fare memoria, perché «LA MEMORIA È VITA CHE SI COLTIVA OGNI GIORNO». (R. B.)
    Rita lascia in tutti noi un grande vuoto, ma ci regala una grande eredità: continuare a difendere i valori per cui vale la pena di vivere,  così come ci ha insegnato e testimoniato, impegnandoci quotidianamente a farlo "senza se e senza ma", con costante determinazione per onorar e chi ha donato la propria vita per un mondo migliore.

    Un'eredità lasciata a tutti, alla quale, chi le ha voluto bene, non può sottrarsi.

     

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    Desidero riportare la volontà dei figli di Rita Borsellino:
    «Consapevoli che il lungo ed instancabile impegno di Rita Borsellino verso una società di giustizia è stato riferimento per tante persone - soprattutto giovani ragazzi – i figli Claudio, Cecilia e Marta, rendono noto che per chi volesse lasciare un segno della propria vicinanza è po ssibile sostenere i progetti del "Centro studi Paolo Borsellino”, associazione che Rita ha fondato e della quale è stata Presidente sino alla fine, affinché il suo impegno possa continuare ad essere operante.

    È possibile devolvere il contributo presso la camera ardente o tramite bonifico bancario all’iban IT57O0501804600000000152801<tel:0501804600000000152801>
    (causale: In memoria di Rita Borsellino)».
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    Grazie, Rita.

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    Francesco Bertolino è consigliere comunale di Palermo

  • Fatti e Storie

    Per non dimenticare le vittime della Mafia

    Era il 1988 quando mi trovavo solo a casa mentre mamma era andata a fare la spesa. Avevo solo 10 anni quella sera, quando all'improvviso diversi colpi di pistola uccidevano l'ex sindaco di Palermo Giuseppe Insalaco sotto casa mia.

    Ricordo come fosse ieri, la mia corsa verso la portineria per capire cosa fosse successo,  ho lucidissime le immagini di quel cadavere appena trucidato per mano mafiosa. Dopo quella sera, tante, troppe le vittime di quella che è stata una terribile guerra tra la Mafia e i migliori rappresentanti dello Stato. 

    Magistrati, politici, imprenditori, forze dell'ordine, cittadini e sacerdoti. Palermo ha ucciso i migliori suoi figli. Dopo anni, la città è certamente cambiata, le tante morti e stragi che hanno violentato Palermo, hanno contribuito alla sua rinascita, a quella che molti hanno definito la Primavera di Palermo.

    Oggi come da 20 anni, l'Associazione Libera, ha organizzato la giornata della Memoria di tutte le vittime delle Mafie. Quest'anno la città scelta è stata Messina, e quest'anno sono andato, da consigliere comunale, delegato dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando. 

    Ho indossato la fascia tricolore, carico di emozione e responsabilità, cosciente che rappresentavo una città, con la sua storia, che ha sofferto e combattuto il potere mafioso. 

    Oggi certamente la Mafia non governa più Palermo, lo straordinario lavoro della magistratura, l'instancabile intervento delle forze dell'ordine, hanno permesso di ridimensionare la mafia a Palermo. 

    Ma i tanti testimoni, le tante vittime, ci hanno insegnato che non può bastare la repressione. Se vogliamo che la liberazione sia davvero completa, se vogliamo impedire qualsiasi passo indietro, ognuno di noi deve essere cosciente che il proprio impegno è fondamentale, per consolidare un processo culturale che riguarda tutta la comunità.

    Per questo condivido il messaggio di Libera, accostando alla parola MEMORIA, la parola IMPEGNO. Non può esistere memoria, non possiamo dire che onoriamo le nostre vittime, senza un impegno reale e concreto. 

    E se stamattina il centro di Messina era pieno di decine di migliaia di giovani, se oggi la nostra città non è più governata dalla Mafia, se oggi, il Presidente della Repubblica si chiama Sergio Mattarella, lo dobbiamo all'impegno di chi ci ricorda che ogni giorno deve essere la nostra primavera, il risveglio del nostro impegno collettivo contro il freddo egoismo.

    Grazie a Leoluca Orlando, che delegandomi mi ha consentito questa emozionante esperienza, grazie a don Luigi Ciotti, che con Libera, ci permette di onorare e ricordare la nostra storia.